Non saprei come meglio definirla se non un’arte della comunicazione, il cui maestro, il prof.Giorgio Nardone, ha saputo utilizzare magistralmente il dialogo come relazione d’aiuto. La terapia breve strategica permette a terapeuta e paziente/cliente di instaurare un accordo sul tipo di strada da percorrere insieme, di modo che la persona senta di avere delle risorse su cui fare affidamento grazie alle quali sentirsi forte nella propria scelta. Con una particolarità: essendo questo modello auto-correttivo, permette in maniera molto agile di rivedere tale scelta nel momento in cui non dovesse funzionare come ci si aspettava. Un po’ come la vita: non è un esame in cui devi dimostrare di essere il più bravo e quindi non sbagliare mai, la vita è sbagliare e riconoscere gli errori, o meglio, è fare delle scelte e poi modificarle nel momento in cui sento che quelle scelte non sono così funzionali per il mio ben-essere. Come diceva J.W.Goethe:  “Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza”. Trovo straordinaria questa apertura ed elasticità nel mettere alla prova un dato comportamento verificandone l’utilità!